venerdì 4 dicembre 2009


La società corale, per iniziativa di un gruppo di cantori che elessero come presidente uno di loro, il basso Oreste Vannucci, calzolaio di professione
Fondata a Prato nel 1878, e ospitata dal 1890 in parte dell'ex-monastero di San Clemente, è una delle più antiche associazioni corali italiane, si ricordano le partecipazioni ai Festival di Llaongollen, New York, Montreaux, Ginevra e Losanna. Ha ottenuto primi premi assoluti nei concorsi nazionali di Vittorio Veneto e Castiglion del Lago e collaborato con la Camerata Strumentale "Città di Prato" e Orchestra Regionale Toscana.
La Corale Guido Monaco dal 6 al 8 dicembre effettuerà una apertura straordinaria per fare conoscere ai cittadini il bene inestimabile della nostra città
Programma:
Domenica 6 dicembre apertura dalle ore 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30
Lunedì 7 dicembre visita guidata con gli amici del museo su prenotazioneMartedì 8 dicembre apertura dalle ore 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30
sede: via San Vincenzo 12. Prato Per informazioni 392/9160488

domenica 5 aprile 2009







Parlamento Italiano Camera dei deputati
On. Francesco Lo Sardo

Luogo nascita
Naso
Data nascita
22 maggio 1871
Luogo morte
Napoli
Data morte
30 maggio 1931
Titolo di studio
Laurea in giurisprudenza
Professione
Politico/Avvocato
Partito
PCI
Legislatura
Regno d'Italia legislatura 1924
Gruppo
Comunista
Coalizione
Circoscrizione
Regione
{{{regione}}}
Collegio
{{{collegio}}}
{{{mandato}}}
Elezione
{{{elezione}}}
Senatore a vita
Nomina
{{{nomina_senatore_a_vita}}}
Data nomina
{{{data_nomina_senatore_a_vita}}}
Incarichi parlamentari
[{{{sito}}} Pagina istituzionale]

Francesco Lo Sardo, detenuto.
Francesco Lo Sardo (Naso, 22 maggio 1871Napoli, 30 maggio 1931) è stato un politico italiano. Fu il primo comunista siciliano ad accedere alla camera dei deputati.

Biografia [modifica]
Nato a Naso il 22 maggio 1871 da famiglia benestante, nel 1883, fu avviato agli studi teologici nel seminario vescovile di Patti, ma presto lasciò l’ambiente ecclesiastico per proseguire gli studi nelle scuole pubbliche a Messina. Nel 1886, insieme all’amico Giovanni Noè, fondò il primo circolo anarchico messinese intitolato ad Amilcare Cipriani divenendo attivo collaboratore del periodico anarchico-socialista Il Riscatto. In quegli anni spiravano i venti dei Fasci siciliani che lo cooptarono operosamente: divenne, infatti, il promotore del Primo Fascio Operaio Nasitano, per cui fu classificato sovversivo ed a soli ventitré anni destinato al domicilio coatto nelle isole Tremiti. Nel 1894, conseguì la laurea in giurisprudenza, ma la sua attività di propaganda sovversiva non cessò, per cui nel 1898, fu nuovamente arrestato. A questa ulteriore avventura coatta, seguì un periodo di permanenza a Napoli, dove esercitò la professione forense e si costruì una famiglia. Ritornò a Messina a trentadue anni con moglie e figlio ed in quegli anni, meditò, persuadendosene che l’anarchismo portava inevitabilmente alla semplice aggressione o ammutinamento dei contadini verso guardie o collettori, senza intaccare minimamente coloro che realmente detenevano il potere o come meglio Lui stesso riassumeva: … addentare la pietra che ci colpisce senza toccare la mano che l’ha lanciata. Così trasmigrò su posizioni socialiste più organizzate. L’anno del terremoto, il 1908, mutilò ferocemente Francesco Lo Sardo, molti amici caddero sotto le macerie di una Messina rasa al suolo, ma quel che più grave, fu superstite all’unico figlio appena dodicenne. Cessata la bufera della Grande Guerra, fu in testa alle occupazioni delle terre incolte da parte dei contadini e padre della locale Camera confederale del lavoro.
Aderì al Partito Comunista nel 1920 e, nel 1924, fece ingresso alla Camera dei deputati quale primo siciliano comunista, votato da oltre diecimila elettori. Siamo agli albori del ventennio ed il deputato Lo Sardo, è sicuramente inviso al nuovo governo, che lo tiene in particolare attenzione, fino al suo arresto dell’8 novembre 1926, seguito alla sua adesione alle tesi direttive del congresso di Lione. Il suo peregrinare carcerario lo portò da Messina a Turi, dove spartì la vita coatta con Antonio Gramsci. Malato, si ostinò a non chiedere nulla, anzi a chi suggeriva di chiedere la grazia, rispondeva:
« Hanno voluto la carne e si prenderanno anche le ossa. Io non firmo »
(in Gramsci vivo - Nelle testimonianze dei suoi contemporanei a cura di Mimma Paulesu Quercioli, Feltrinelli, 1977)
Trasferito nel carcere di Poggioreale, trovò la morte il 30 maggio 1931. Sulla vita e l'opera di Francesco Lo Sardo, e sulle sue fierissime difese davanti al Tribunale Speciale, il nipote Francesco Lo Sardo Jr. ha pubblicato un libro, intitolato "Nessuno lo dimentichi", Edizioni del Paniere via Cattaneo 27 Verona, 1982. Il titolo è parte dell'epigrafe dettata per la sua tomba da Concetto Marchesi: Vitae suae non fidei oblitus/obliviscendus nulli - Della sua vita dimentico non della sua fede/nessuno lo dimentichi. Degna di particolare menzione è la risposta che egli dette al presidente del Tribunale Speciale che lo interrompeva durante le sue dichiarazioni finali, prima della sentenza di condanna che ne decretò la morte in carcere: "A nome di tutto il gruppo degli imputati siciliani, dichiaro che noi siamo fieri di essere processati per la nostra attività comunista. Questo processo dimostra che i lavoratori del mezzogiorno non sono secondi a quelli del settentrione nella lotta contro il fascismo"; e insistendo il presidente perché concludesse: "Almeno mi sia concesso di dire che sono orgoglioso di essere processato perché comunista, che sono orgoglioso di portare dinanzi a questo tribunale trenta anni di attività politica spesa al servizio dei lavoratori dell'Italia meridionale".

piazza lo sardo francesco



Piazza del popolo

Piazza lo sardo francesco
Più comunemente conosciuta come "del Popolo", è stata progettata da Ernesto Basile secondo un gusto che mescola eleganza formale a funzionalità. Gli edifici, a due elevazioni su portico, sono definiti da modanature sobrie e di piacevole effetto. Purtroppo, pur essendo uno degli spazi architettonicamente più omogenei e rilevanti della città, la piazza versa in uno stato di abbandono derivato dalla mancata realizzazione della sua destinazione d'uso come centro residenziale e commerciale.

martedì 31 marzo 2009







Dal sito " Notizie di Prato"
Un intero anno, il 2010, dedicato a Francesco di Marco Datini, del quale ricorrerà il 600° anniversario dalla scomparsa. E’ questa la proposta avanzata dal candidato sindaco del centrosinistra, Massimo Carlesi, che lega l’evento ad un vero e proprio lancio di Prato, del suo nome e della sua immagine nel mondo.“È un dato di fatto che, in questo periodo di crisi, dal turismo e dal ritorno d’immagine della città potranno provenire tanto risorse economiche quanto mezzi e formule per promuovere i prodotti pratesi a livello nazionale e internazionale”, osserva Carlesi.“Senza far concorrenza a Firenze ma cogliendo in pieno l’opportunità unica di essere una città d’arte in Toscana - prosegue Carlesi - Prato può seriamente pensare a uno sviluppo turistico reale.C’è però bisogno di un cartellone di eventi capace di rendere attraente la città per 365 giorni all’anno”.Ma come sarà l’Anno Datiniano immaginato da Carlesi? Il candidato sindaco, che è già al lavoro, pensa di invitare, una volta eletto, tutte le istituzioni cittadine che legano il loro nome e la loro storia a Datini così come le categorie economiche, la diocesi, gli studiosi, i teatri, i musei, la Provincia e la Regione e altri. Della “partita” saranno dunque l’Archivio di Stato, l’Istituto internazionale di Storia economica, l’Istituto professionale Datini, la Casa Pia dei Ceppi. Tra le idee in cantiere una mostra di pittura sui mercanti del passato, un’offerta gastronomica (nei ristoranti cittadini e in giornate a tema) sulle ricette dell’epoca, pure presenti negli archivi del mercante pratese, con spettacoli teatrali, musica, convegni ai quali invitare ospiti da tutto il mondo.